XI. 21 agosto

Emma Saba. Diario creativo, 21/08/2021 

Manifesto diario dell’ultimo giorno di residenza e secondo Ferragosto vissuto come un Capodanno.

Redatto da Emma Saba e dal suo generatore automatico di parole del telefono.

1. Manifesto per il resto del mondo. È il giorno dopo la prima dose di una cosa che non riesco ad essere.
2. Cannibale di un abbraccio forte. Non è ancora sicuro di aver letto il tuo numero in un posto dove sei libera possiamo prendere un caffè a letto.
3. Non mi piace il tuo è bellissimo il mio cervello.
4. Grazie per le cose in faccia. Posso prendere un colpo solo perché sono così fiera dei tuoi idoli.
5. Non mi aspettavo qualcosa di nuovo in Italia.
6. Non so come stai ora sono al festival del giornalismo italiano.
7. Grazie per la residenza con Collettivo Cinetico a me va di partecipare ad un concerto dei tuoi genitori e figli.
8. Non so come fare il test è finito in carcere per aver letto la saga.
9. Mi manca un mese di agosto e settembre a Milano per la prima volta allora facciamo che io sono in residenza a casa mia.
10. Losanna è il mio video diario segreto di stato, un piacere per te.
11. Da quando sono triste perché non so ancora bene il mio compleanno mi piace dormire e poi posso fare una passeggiata in centro.
12. Solo perché sono così mi fai paura, quando parti per la prima volta allora facciamo che non mi sono divertita troppo.
13. Angelo ha la piscina con i capelli di una persona che non mi piace.
14. Teodora è una persona e tu sei libera.
15. Carmine, che è il tuo lavoro in una persona a cui piace dormire?
16. Simone è un po’ nel fiume di parole per descrivere il treno per Bologna.
17. Francesca è il giorno dopo giorno libero di fare un abbraccio forte forte e chiaro.
18. Emma sarà una persona che non riesco ad essere un po’ nel fiume.
19. Davide sa di essere un po’ di tempo per la prima volta lo spettacolo di danza classica.
20. Barbara è un’arma di seduzione di più di un sacco di gente.
21. Dino was the evening of August to arrive at the moment we had to leave.
22. Virginia hai visto che sono in Italia posso prendere un caffè con le mie amiche e ti seguo subito.
23. Joseph has always wanted to be a good friend to me but then we had dinner and we were just going back to work.
24. Schubert ha detto di no. I biglietti che mi ha chiesto di fare un po’ di tempo fa la sua presenza in un altro posto dove non c’è nessun modo di dire

Teodora Grano. Diario soggettivo, 21/08/2021

Notesparse

 – È il secondo Capodanno di Ferragosto. Con degli upgrade: il plenilunio, l’urgenza dell’ultimo giorno e un diffuso senso di scioglimento delle fila e delle tensioni formali.

– Ho pensato più volte a Midsommar. Sento fortissimo il retro dell’immagine come un campo magnetico che condiziona il fronte.

– È a tutti gli effetti qualcosa di simile a una cerimonia che vede coinvolte due tribù distinte. Ci siamo noi e ci sono loro. E siamo ben distinti ma mescolati bene. Non so se è un rito di corteggiamento, o di iniziazione, o la preparazione a una battaglia o il preludio a una messa cannibale. Continuo a pensare al cannibalismo tupinamba.

– Dopo la prova, gli occhi di B. sono lucidi. Non quel genere di lucidità ma l’altro genere di lucidità. Quello di chi vede.

– Abbiamo conferito più volte col signor Pisoni. È stato molto elegante nel non distorcere nulla. Nel non piegarci. Il signor Pisoni. è un gran signore. Lode al signor Pisoni.

– Nel freeze fight sono passata in un tempo lampo dal piacere all’orrore. Dalla sensazione di eternità del radicamento arboreo a una dolorosa torsione interiore. Pietrificarsi. Il sangue aveva smesso di scorrere. Se il sangue potesse cristallizzarsi in puro minerale solido vi assicuro sarebbe una morte piena di terrore e lucidità. Morirono così quelli che si voltarono a guardare Sodoma e Gomorra? O quelli che non riuscirono a scappare da Pompei e vennero coperti dalla lava? Non ho sciolto perché avevo esaurito il mio tempo, ho sciolto perché ho avuto paura di restare in quello stato per sempre, accompagnata dalla gravità del sentire davvero cosa stava accadendo. A tutti gli effetti ho perso la battaglia di cui parla il freeze fight. Non sono uscita con fierezza, sono uscita con un pezzo morto.

– La luna è sorta a una velocità smodata da dietro le creste. La velocità si vede solo se è accompagnata da un punto fisso. Cosa sarebbe la velocità se non avesse sfondo immobile né punti fissi? Un tramonto visto al contrario, una luce al negativo.

– Rovo. Nelle puntate precedenti di “Le conseguenze del Covid”. Le scelte musicali giustissime dell’algoritmo. Le macchine ci conoscono e si prendono gioco di noi facendoci credere di avere una certa sensibilità, quando invece stanno solo facendo un lavoro efficace utilizzando al massimo i dati a loro disposizione. Intanto noi ascoltiamo un audio libro narrato con grande sapienza ritmica e di intreccio, come bambini seduti a terra sul tappeto in un salotto la sera della vigilia. V. tiene tutti sotto scacco. Ha un piano preciso e sa benissimo fare le dosi di ogni cosa. Tales mixology and savage love stories.

– Angelo è di nuovo l’oracolo. stavolta è lapizio. Il pizio. È il medium del gigante cedro del Libano. i suoi oracoli sono digitati dal sacro indice dalla sacerdotessa di destra e declamati ad alta voce dalla sacerdotessa di sinistra. Sono oracoli molto eloquenti. Primo su tutti il responso yeah yeah ye top no no problem. È di nuovo l’algoritmo che sta parlando al posto nostro. Forse merita un suo altare questo algoritmo.

– Scopriamo che i pachidermi sono gli elefanti, i rinoceronti e gli ippopotami. Perché la parola significa “pelle spessa”.

– Immagini bucoliche di giardini e orde di cugini: Carmine che gioca nell’erba lanciando in aria un pallone enorme ed Emma che gioca a carte con Josef in un gazebo lontano. Gli adulti bevono e mangiano e parlano. È facile separare i grandi dai piccoli semplicemente osservando che sono due le attività: giocare o beremangiareparlare.

– Mi chiedo in quale punto della vita adulta abbiamo smesso di manifestare che stiamo giocando. Ripenso a Philip Dick e a un oscuro scrutare. Poi penso a quello che ogni giorno facciamo dentro e fuori la sala. Penso che anche noi come i tossici ci siamo ostinati a non smettere di giocare. A non voler crescere. Con tutta la ferocia che questo comporta.

– Ci siamo anche fatti del male. Ci siamo fatti anche del bene.

Fotodiario Emma Saba