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FLORA

Soggettive sugli esseri che vivono in scena in Manifesto Cannibale

CORPI MOBILI

SIMONE ARGANINI

Un giorno arriva una mail da uno spettatore.
Aveva visto il nostro spettacolo "<age>" al Teatro delle Briciole, a Parma.
Nel modo più sincero e dolce possibile mi scrive che avrebbe voluto essere in scena anche lui con quel gruppo di adolescenti da cui si distanziava solo di un paio di anni.
L’ho ritrovato come candidato per “Amleto", pronto a buttarsi sul palcoscenico senza sapere cosa avrebbe dovuto fare. Eravamo al Festival Aperto di Reggio Emilia e lui aveva i calzini di spugna con i saldali. Come non amarlo? Il pubblico lo votò come Amleto della serata e lui ci inviò una soluzione per migliorare gli algoritmi di sensibilità del nostro applausometro. Scopro, così, che è anche un compositore, un musicista e un grande appassionato di strampalate soluzioni tecnologiche.
Dal 2015 é membro fondamentale di CollettivO CineticO come performer, inventore e compositore… ed essere umano dalle skills sempre insospettabili.

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ALBERTO FAVRETTO

Era già dentro, ma non lo sapevamo ancora.
Era il 2019, durante il modulo d’insegnamento tenuto allo IUAV di Venezia sulla dimensione vegetale e l’immobilità. L’inizio della ricerca per Manifesto Cannibale.
Andavamo in scena con le studentesse e gli studenti e lui era stato chiamato per darci una mano con l’allestimento. Nei suoi occhi, mentre seguiva tutti i feedback che davo a chi era in scena, ho visto che era uno di noi.
I balli scatenati con gilet di pelle al dj set di Centrale Fies hanno decretato la certezza. Era un bravissimo scenografo? Non solo. Era cinetico.
Arrivato con i bozzetti per “Mina”, il sole nero e punk che gravita sulla scena di Manifesto Cannibale, è finito prestissimo, svenuto, nel “Fitoness” aderendo alle missioni cinetiche più improbabili. E in un attimo eccolo in regia e poi in scena, avventuriero senza confini.

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DAVIDE FINOTTI

Ci incrociavamo da anni.
Ricordo il suo sorriso quando collaboravo con il Festival di musica contemporanea MiXXer, la sensazione inspiegabile di un’affinità che in futuro sarebbe germogliata. Ci sono voluti dieci anni, ma è successo.
Gli telefono e parliamo a lungo, mentre corro sulle mura di Ferrara con la certezza sempre più nitida che fosse proprio lui il musicista giusto per Manifesto Cannibale.
Ho trovato non solo un virtuoso del pianoforte, ma anche un direttore di scena, un esperto di opera lirica ed un pittore con una conoscenza sterminata dell’arte visiva. Per lui il nostro era un mondo nuovissimo, fatto di leggi fisiche inaspettate ed eccitanti.
E, tra training sudatissimi ed esperimenti musicali anarchici, il suo ruolo in scena ha presto sconfinato in avventure performative che vanno ben oltre lo sgabello del pianoforte… un tuffo senza paracadute che ho osservato a bocca aperta.

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TEODORA GRANO

Nel 2018 si presenta come wrestler sotto il nome di Lupe Fuentes. Scrive che il suo animale di riferimento é il bisonte e arriva camminando al rallentatore sotto il sole cocente portando uno zaino più grande di lei.
Al tempo la sua sfida era stare in equilibrio su un piede solo su un barattolo di vetro Bormioli per un minuto. Fallì. Ma in scena era di una luce abbagliante, un piccolo essere trasformista che poteva essere bambina o guerriera, donna sensuale o bestia feroce.
Veniva dal circo. Era cresciuta a colpi di macrobiotica e letteratura, sapeva arrampicare corde, tessuti e corpi e nascondeva sotto i trapezi ipertrofici un talento da scrittrice o, ancora meglio, da osservatrice specialissima del mondo.
Eterna complice dei riti pagani, é la mia gemella impossibile.

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CARMINE PARISE

Era l’ultimo giorno del workshop per le classi quarte del liceo. Raccontando delle avanguardie avevo appena finito di dire che "No, il Cage di cui parlavo era John e non Nicholas Cage…” Lui si alza in piedi e dice: "Io la amo, posso chiederle un abbraccio?”
Al tempo era un giovanissimo campione del ciclismo, uno di quelli che oggi sarebbero al Tour de France o alle Olimpiadi. E, invece, pochi mesi dopo era in scena in una piccola tribù di adolescenti con “<age>” sudandosi ogni scelta con i lavori estivi in campagna.
Il suo corpo forgiato dalle ruote diventava sempre più morbido, il suo entusiasmo sempre più splendente, la sua capacità di essere un problem solver infallibile.
Un gladiatore in scena, uno sceriffo in ufficio: a 20 anni scriveva la sua prima domanda ministeriale e seguiva l’intero bilancio della compagnia.
Il muscolo instancabile di CollettivO CineticO: un vero supereroe.

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ANGELO PEDRONI

Eravamo bambini sui gradini delle poste.
“Lui è Angelo”, dice suo padre, che conoscevo come bibliotecario del mio paesino.
Si chiama Angelo perché sembra un angelo, penso.
Lo ritrovo vent'anni anni dopo a Bassano come tecnico stagista per Operaestate Veneto mentre ero in residenza per un nuovo lavoro: “XD scritture retiniche sull’oscenità dei denti”. Lo invito a collaborare al disegno luci.
Lui veniva dalla scherma e dall’atletica, da due quasi lauree in filosofia e matematica e, soprattutto, da una vita passata a guardare spettacoli.
“Se ti fa piacere puoi unirti al training mattutino”.
Il suo corpo era durissimo, ma il suo pensiero lucido, analitico, laterale… e così finiamo a spendere le notti discutendo della creazione. Lo spettacolo va in scena con luci fisse e lui sul palco, per la prima volta, come performer, sfoggiando un candore preraffaellita vestito solo da tre strisce di nastro adesivo.
Da allora questo è il patto: io gli racconto le idee e lui, con feroce cura, cerca di distruggerle. Se non ci riesce finiscono in scena.
Ancora fingiamo che sia il tecnico di CollettivO CineticO, ma il suo karma è quello di un performer dalla poesia indiscutibile, un dramaturg intelligentissimo e un compagno di avventure fondamentale.

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EMMA SABA

Una mente acuta dall'intelligenza non allineata, un torace dalla carica tempestosa, un corpo tanto ribelle quanto sensibile.
Arriva all’audizione per “<age>” suonando Bach con la viola. Vibrante, sulla scena, danzava i pezzi dei suoi saggi d’infanzia tra posture di una stortissima poesia e volumi vocali assordanti.
Saliva sul palco come “esemplare che vuole morire assassinato” e oggi si definisce problem maker, marxista femminista, cantante d’opera amatoriale e ragazzo delle pulizie.
Torna, di nuovo suonando la viola, nei sotterranei del castello, per la festa rituale dei dieci anni di CollettivO CineticO. L’accademia Paolo Grassi aveva segnato il suo corpo, ma non imbrigliato il suo spirito. E ora arriva di nuovo, ma dalla Svizzera, pienamente fiorita tra creazioni e rivoluzioni.
Quando nel 2020 mi sono sbriciolata e non potevo più andare in scena ho pensato subito a lei per sostituirmi.
Non una forma di supplenza, una sorellanza.
È il motore di ogni festa, il sindacato delle missioni cinetiche più estreme, il nostro guerriero shaolin.

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CORPI INVISIBILI

FRANCESCA PENNINI

Sono io.
Mi conosco da sempre anche se forse ho imparato qualcosa di fondamentale da pochissimo.
Quando avevo 3 anni mi hanno portata a vedere il lago dei cigni a teatro e da quel giorno ho speso i miei pomeriggi in collant di lana e costume da bagno sul tappeto dei miei genitori, riempiendo quaderni di coreografie per un corpi di ballo immaginari e registrando audiocassette con lezioni di “ginnastica” per uditori sconosciuti.
Iniziai con la danza classica e presi a rimbalzare tra i linguaggi: dalla ginnastica ritmica alla disco dance agonistica. Mi sono trasferita in diverse città alla ricerca di maestri, sempre interrompendo i percorsi di studio: prima il Balletto di Toscana, poi la danza butoh a Roma e infine il Laban Centre di Londra dove mi ruppi un ginocchio in un test di prevenzione infortuni. L’operazione andò malissimo e stetti ferma due anni: i più importanti della mia carriera. Immobilizzata a letto lessi e scrissi e immaginai, ancora una volta coreografie virtuali accumulate su quaderni. Nel 2007 fondai CollettivO CineticO. Successe in una notte, scegliendo il nome velocemente.
Piano piano ho iniziato a collezionare esseri umani, esperienze, metodi. Siamo diventate oltre 50 persone e con il collettivo ho firmato oltre 50 creazioni… tutte sul confine dell’indefinibile, del fuori formato.
Questo Manifesto Cannibale è stato un nuovo punto di volta, un segno indelebile.
A metà del processo di creazione 5 fratture fermano il mio corpo e la pandemia ferma il mondo: l’immobilità diventava un paradigma drammaturgico globale.
La riflessione sull’autorialità iniziata con il progetto “Dialoghi” prendeva ora un segno estremo e pericoloso. Ho scelto di diventare un fantasma, di sottrarmi.
Ho innescato e seminato senza maneggiare gli esiti finali. Senza vedere le prove, senza vedere lo spettacolo. Mai.
Guardo solo con gli occhi del pubblico.
Vivo solo nei corpi altrui.
Un reciproco atto d’amore.


DAL LORO SGUARDO, QUASI SINCRONIZZATO:

[22:22, 4/1/2022] Angelo Pedroni:
Francesca è nata un pugno di giorni prima di me, ma si lamenta che in realtà io sono stato concepito prima e finiamo con dei conflitti etico/politici che in qualche modo non risolvono mai la faccenda.
Ha la memoria lunga anche se dice che no. Io di quando ero piccolo so quello che mi ha raccontato.
Succede invece che tanto tempo dopo mio padre torna a casa da una sessione di feedback per giovani autori. Dice che è comparsa una ragazza che forse è matta (probabile che abbia usato delle altre parole, lui ha il linguaggio meglio del mio), ma sicuro ha delle buone idee.
Vuole fare un progetto decennale.
Io poi lo vedo un suo spettacolo che lei ancora è un nome su un foglio di carta.
Era EWE (l’acronimo di Eye Was Ear che usiamo nella catalogazione dei file).
Aveva vinto della roba. Era fico.
Anni dopo la incontro per caso, a Bassano. Mi fa un po’ soggezione. Ma lei è carica ed entusiasta.
E così è andata e va ancora.
Pensa che le finiscono le idee, ma non è mica vero.

[22:22, 4/1/2022] Teodora Grano:
Nelle sue vite precedenti è stata un personaggio di un fumetto disegnata in bianco e nero,
una roccia franata da una montagna e caduta in un fiume senza fare danni a cose o persone,
un collaboratore della stesura delle leggi del codice di Hammurabi babilonese,
un uccello della giungla polinesiana.
Nelle sue prossime vite sarà un organismo monocellalulare
che cambia colore a seconda dello stato d’animo dell’organismo che lo ospita,
un'intelligenza artificiale che produce le frasi dei bigliettini dei biscotti della fortuna
usando una combinazione di parole chiave:#paradosso, #felicità #uragani,
un asterisco inserito per sbaglio in un libro del 3467 usato per prendere decisioni.

Raccolta parziale di ritagli e titoli di aneddoti sulla sua vita raccontati da F riorganizzati in stagioni da T:
Stagione dei mini balletti e del salotto
Stagione dei menischi e degli addii
Stagione dell’immobilità e delle epifanie
Stagione dell’insistenza e dei piani decennali
Stagione della frangia e del bicipite
Stagione delle briciole e dei miracoli
(Next season to be announced)

Sono diventata amica di Francesca su Facebook nell’ottobre 2012.
Non avevo idea di chi fosse ma aveva una foto profilo con un taglio di capelli molto punk e in qualche modo.
L’ algoritmo aveva già capito tutto. Nel corso degli anni a Roma segnavo con un cerchio colorato gli spettacoli che volevo vedere. Sono stati cerchiati: Bolero, Sylphidarium, i 10 miniballetti.
Poi puntualmente qualcosa andava storto: o ero fuori città o non avevo soldi.
Per i 10 miniballetti avevo pure preso i biglietti poi quel giorno ne successero mille.
Nella primavera del 2018 mi trovo a compilare un questionario per il Campus Cinetico e mentre rispondo alle domande penso “ma dove cazzo sono stati fin ora questi? Perché non li ho incontrati prima? Questo è esattamente il mondo che ho sempre desiderato”.
La prima volta che incontro Francesca è un pomeriggio di giugno, siamo un mucchio di persone vestite in modo assurdo sul listone di Ferrara sotto il sole, ci guardiamo in silenzio. Al centro c è anche un punkabbestia infiltrato che fa esattamente quello che facciamo noi. Il punk è sempre stato lì.
Lei è lì, frangetta e bicipiti , spalle dritte e culo alto, un sorriso che non si trattiene, occhi enormi, polpacci come i garretti dei cavalli. Non aggiungerò nient'altro di personale su questa persona. Parlare in maniera personale di lei è come espormi quel tanto che basta per sentirmi troppo scoperta e scusate ma in quel caso scatta il piano difesa testimoni oculari. Comunque In quei primi giorni di giugno del 2018 ricordo di aver pensato in mezzo a una sessione di rabbia e tarantella (un training cinetico ormai storicizzato): ecco una donna di potere che sa gestire davvero il potere. E Lo fa bene. Cazzo.

[22:23, 4/1/2022] Emma Saba:
Acqua nel corpo.
Fuoco e terra nel pensiero.
In lei, sì, a volte si scindono.
Troppo, ma altrimenti non c’è pace. Troppo veloce.
A rincorrere la pace si finisce per inciampare.
Il torace chiede tregua al cuore feroce. “Esplodo.”
Il cuore, in risposta, tace.
Se non respiro muoio. Ma se respiro, invece, ogni cosa potrebbe rompersi e spiace.
La maledizione di chi è troppo audace.
Creatura che vibra forte da lontano.
Gli altri tori rispondono al richiamo rapace.
La nostra felicità esiste. É brace.

[22:23, 4/1/2022] Carmine Parise:
Immaginatevi condensati tutti in una sola persona:
un razzo spaziale,
un orologio svizzero,
un carro armato,
una giuggiola,
un pavone,
una capitale,
una luce,
una casa,
un puzzle,
una carezza,
un grattacielo,
un delfino,
un incrocio,
una stella cometa,
un fuoco,
un ponte,
un diamante,
una piuma,
il vento.
Ecco, lei è Francesca.

[22:24, 4/1/2022] Davide Finotti:
Da quando la conoscenza è diventata concreta amicizia e ho avuto la felice possibilità di intrecciare la mia vita con quella di Francesca moltissime sono state le peculiarità del suo essere ad illuminarmi e a sorprendermi.
Essere ricettivo, sentinella acutissima, Francesca ascolta, non solo dalle orecchie, no, ma anche dagli occhi, dalle mani.
È sorprendente il livello profondo di ascolto che sa regalarti.
Dal primo nostro incontro, quello nel quale per la prima volta abbiamo conversato a lungo su una possibile mia presenza nel progetto, ho avuto l'impressione che ascoltasse in un modo diverso, come se ti vedesse dentro, come se quell'essere ricettivo che in silenzio sta ad ascoltarti ti stia guardando profondamente, in trasparenza, in ogni tua piega nascosta, come se sentisse la linfa vitale che ti scorre dentro.
Questa sua capacità di profondissima empatia, di scavo carnale e spirituale assieme l'ha resa speciale dal primo momento che ci siamo parlati.

[22:22, 5/1/2022] Simone Arganini:
Conosco Francesca a Reggio Emilia. E' la prima volta che la incontro fuori della scena, dopo averla vista in XD nell'aprile 2013 alle Briciole di Parma. Sono passati pochi mesi.
Come a volte capita con le persone viste dalla notevole distanza spaziale e energetica della scena, averla semplicemente di fronte a me mi stupisce.
I tratti del suo volto mi appaiono come un flash di una fotocamera. Il suo modo speciale di camminare, la piccola statura, il taglio di capelli. E poi il sorriso, il problem solving subito attivato per scegliere i costumi, l'entusiasmo che mi trasmette per la replica di Amleto che affronterò tra poche ore.
Ho la sensazione avere a che fare con una persona particolare.
Ricevo una mail, un mese dopo.
"Ti scrivo per una proposta molto folle e molto cinetica. Ti sorrido, Francesca".
Grazie, Francesca.

[16:51, 9/1/2022] Alberto Favretto:
Nella confusione sensoriale dei miei anni post-accademici mi è capitato di incrociare varie forme di vita che hanno lasciato un ricordo nitido, istantaneo e abbastanza incomprensibile.
Non ricordo quale fosse l'estate in cui lavorai per Collettivo Cinetico, avvolto nell'ombra dell'essere l'ultimo tecnico arrivato in un piccolo festival estivo. Non conoscevo nulla e nessuno di loro e se mi sforzo ho difficoltà a ricordarli se non come una massa di materia non convenzionale.
Il mio collega mi disse che il progetto era "della Pennini". Si, bon. Non riuscivo ad identificarla 'sta Pennini. La osservavo. Ok, tecnicamente era quella con i capelli quasi corti, con il fisico di un micro-pugile pronto da disegnare ma ogni volta che si spostava si muoveva con lei un organismo tumultuoso, silenzioso, imprevedibile e potenzialmente letale. A me venivano in mente i cacciatori di qualche tribù in qualche giungla. La figura di Francesca era più simile all'istinto di caccia condiviso nel silenzio, che al capocaccia.
Ricordo corpi nudi, teste mascherate, braccia cariche di sforzo, capelli misti e un centro nevralgico con denti bianchissimi. Occhi neri. Occhi seri. Se chiudo i miei potrei rievocare qualcosa di molto simile a un odore forte e balsamico, un po' umorale, visivamente riconducibile ad un fascio di luce gialla che passa tra il fogliame scuro di un giardino inselvatichito, o alla sensazione tattile delle mani e del volto sudati durante una corsa notturna.
Una buona dozzina d'anni separa quell'incontro anonimo da questa prima effettiva e ufficiale collaborazione. Sono stato risucchiato da quella massa di materia non convenzionale che è Collettivo Cinetico. Il suo centro nevralgico è fatto della stessa materia non convenzionale e continua ad esserne perfettamente amalgamato, liberandosi dei confini.

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CORPI SESSILI

 

La Chouf
Dracaena marginata

Ratstinger
Ilex argentea marginata, agrifoglio o pungitopo comune

Pedro
Polaskia chichipe

FORESTA A DISTANZA
In occasione di ogni replica viene piantato un albero
 
18 agosto 2023 B.Motion Danza Operaestate Festival Veneto - Bassano del Grappa
Nome "Franz Cannibale"
Albero di Cacao
Luogo: Centre - Cameroon
Coordinate: 04° 57′ 49.95″ N 11° 43′ 32.65″ E


11 + 12 luglio 2023 Santarcangelo Festival - Santarcangelo di Romagna
Nome "Mirto Cannibale Santarcangelo"
Albero di Banano
Luogo: Ciénaga - Colombia
Coordinate: 10° 59′ 29.55″ N 74° 04′ 19.29″ W

 
28 maggio 2022 Un weekend cannibale da sogno - Centrale Fies 
Nome "Annibale Fies"
Albero di Mangrovia Bianca
Luogo: Omoa - Honduras
Coordinate: 15° 42′ 35.14″ N 88° 12′ 24.47″ W
 
6 + 7 novembre 2021 Romaeuropa Festival
Nome “Mina Roma Cannibale
Albero di Coffea Arabica
Luogo: Jipijapa - Ecuador
Coordinate: 1° 20′ 58.97″ S 80° 33′ 51.33″ W

25 luglio 2019 Festival Drodesera Ipernatural 
Nome “Simeone Pericolare Drodesera
Albero di Papaya
Luogo: Ambositra - Madagascar
Coordinate: 20° 31′ 57.42″ S 47° 14′ 40.86″ E

25 luglio 2019 h 23:30 Festival Drodesera Ipernatural
Nome “Maddalena Pericolare Drodesera
Albero di Avocado
Luogo: Samburu County - Kenya
Coordinate: 00° 42′ 57.60″ N 37° 08′ 60.00″ E

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