VII. 12 ottobre

Carmine Parise

L’umore definisce la realtà delle cose

Oggi ho ricevuto un “Cappottone” (mi sembra si chiamasse così).
E niente, è stato bello.



Emma Saba

Non ha più importanza se questa luce sia naturale o artificiale 

Gli animali si dividono in: 

– esemplari bianchi con delle macchie sul retro del corpo;
– esemplari che sapevano suonare uno strumento musicale;
– esemplari che crescono velocemente;
– esemplari flessibili;
– esemplari con i capelli verdi;
– esemplari di strumento musicale;
– esemplari che odiano la forza di gravità;
– esemplari a cui sono stati staccati dei pezzetti ma hanno continuato a crescere;
– esemplari che cadono spesso;
– esemplari rumorosi;
– esemplari luminosi;
– esemplari con i pedali;
– esemplari che sanno difendersi;
– esemplari neutri;
– esemplari a cui non piace essere toccati;
– esemplari che prendono il sole;
– esemplari che bevono molto;
– esemplari che seguono una dieta regolare;
– esemplari che parlano poco;
– esemplari che crescono al buio; 
– esemplari che entrano nei buchi;

Francesca Pennini

Spectatores relinquere cum voluerint

Ancora insonne. 
Interiora travagliate. 
Inguine e tempie.
Ovatta cranica. 
Affaticarsi per sublimare.
Vorrei riuscire a fare di più, ad aiutare… Invece sono avviluppata, imbozzolata, illenzuolata in un’impotenza ottusa e lenta. 
Bagliori a tratti. Quando vedo le cose riconosco cosa è necessario. 
Quando ho tregua inizia la tortura, i miei fantasmi molto più crudeli di quello sulla scena.  Altre memorie che compaiono dopo la sessione di ieri. Mi rimbalzano addosso.
Lavoriamo sul Manifesto. Bene. 
Proviamo la strobo e diventa un film su pellicola, ancora più interessante con le luci delle macchine che passano fuori.
Pranzo con le patate americane cotte del pachistano, a morsi seduta a terra. C’è il sole fuori. 
Nel pomeriggio finiamo il freeze fight e poi dopo una liofilizzazione delle prime scene (che non vedo, loro lavorano sul palco mentre io scrivo in camerino) facciamo un filatone. 
Che strano oggetto. 
Non riesco a capirlo finché non avrò qualcuno con cui parlare. 
Mi piace intervenire sulla scena. C’è un elemento molto infantile che non so quanto va domato.

Cena con feedback e colica autostradale. 
Ora lettere triplicate e fitte fotoniche. 
Crollo.

Matilde Buzzoni

La progressione frega

Oggi ho provato a contare fino a 100 per calmarmi. Solo che invece di iniziare da 1 ho iniziato da 1000. Ho difatti iniziato a contare dalla prima unità ma si trattava della prima unità del migliaio. Non so perché ma iniziare da 0 mi agitava di più, mi dava più sicurezza essere già arrivata a 1000. In effetti mi capita spesso di contare in situazioni di agitazione o stress oppure a volte a caso, ma per lo più ripeto sequenze di numeri in loop. Mi rilassa. La ripetizione mi calma più della progressività.

Chissà a cosa pensano gli altri in scena mentre sono immobili. Io credo che conterei, oppure canterei in loop un pezzo di qualche canzone. Da piccola lo facevo durante i viaggi in macchina. Quando ero piccola cantavo proprio a voce alta, in loop, poi devo aver esasperato i miei e da quel momento mi sono fatta silenziosa e il loop è rimasto nella mia testa. 

Comunque oggi ho proprio pensato che contare in progressione non serve a nulla, così come contare le pecore per addormentarsi non funziona. Troppa concentrazione nella progressione, meglio la calma infinita e ciclica della ripetitività.

Anche se ci sono alcuni loop che non vorrei accadessero. Oggi ho beccato il loop sbagliato. Meglio finire qui la giornata.

Davide Finotti

Nel dittico di questa sera Tea mi ha fotografato assieme al mio doppelganger, al mio sosia, al mio palindromo. Un numero palindromo è un numero intero positivo che risulta uguale se si riscrive in ordine inverso. Sono palindromi per esempio i numeri 343 e 157751, e sono, banalmente, palindromi tutti i numeri con una sola cifra. Una sorta di fotocopia allo specchio, anzi dico meglio, come metà del tuo doppelganger, del tuo sosia. Se te sei te dell’orecchio al naso, lui è te ma dal naso all’orecchio. Una cosa è certa, in entrambi c’è un confine, una sutura, una linea di demarcazione o meglio di congiunzione, dove se paradossalmente ci trovassimo sopra, piccini piccini, e volessimo rivolgere lo sguardo in un senso e nell’altro, vedremmo la stessa identica immagine. 

PS. Non ho ben capito cosa vende o pubblicizza il mio sosia nel dittico di Tea……..

PS2. Nella data odierna il giorno e l’anno formano un numero palindromo.

Simone Arganini

Siamo tutti ricoperti di erbetta. Tranne chi ha l’alopecia.

Ieri mentre facevo la doccia mi è tornata in mente una cosa che ho vissuto durante l’Erasmus in Inghilterra, nel 2015. A volte avevo l’impressione di essere in un mondo parallelo. Di vivere in un sogno. Soprattutto quando andavo a casa di Alexia (infatti poi mi ha regalato un album di foto chiamato Birmingham Dream), ma era una sensazione diffusa. Era un sogno con carattere di acquerello, come una fiaba.Un giorno quando l’Erasmus andava verso la fine ed ero con Alexia in gita a Madrid, una sera ho pianto disperato, perché non volevo svegliarmi dal sogno.

Credo che questa sensazione avesse a che fare con l’essere altrove. Con il fatto che stessi vivendo una parentesi da cui sapevo sarei tornato, anche. 

Mi ricordo che una volta in Italia, in base a questa esperienza avevo parlato con mia mamma ed ero teorizzato che la vita potesse essere vissuta concretamente o con poesia. 

Ne ero molto convinto. Ora però non riesco ad afferrare altrettanto bene che cosa intendessi.

Teodora Grano: 

691. La materia che compone il bianco è la materia mancante della realtà.

Una piccola indagine oggi ha rivelato che nessuno ha pronti i saggi brevi che vanno inviati entro domani alle 13.13. Suppongo chiederemo una deroga. Lo stato delle cose è evidente.

Oggi la strobo è stata definita cardiaca. Sta finendo che in questo lavoro tutte le luci e i suoni e i dispositivi e gli apparecchi analogici stanno diventando parte di uno sgangherato organismo assemblato. Nessun oggetto è rimasto un oggetto. Nessun corpo è rimasto un corpo. Tutto è stato prestato.

La strobo è di materia cardiaca. Il frigorifero canta. La voce di Francesca microfonata e poi trasferita su un altoparlante nel corpo di Davide. Il faro Filippo che tossisce o presta il corpo al canto del frigorifero. I passi che diventano accecanti. Il fondale che presta il suo corpo ai nostri piedi. La voce di Fischer-Dieskau magnetizzata . Un duetto impossibile tra un cantante morto e un pianista vivo. 

Oggi ascoltando Davide suonare ho sentito la sua voce. Lui suona esattamente come parla. Sento la pressione delle sue dita su certi accenti esatta come mette l’accento su certe sillabe mentre parla. 

Materie accecanti:

Il “bianco vero” non è un colore. É uno spettro della luce che il nostro occhio non riesce a percepire come unità di pieno. Lo percepisce come parte mancante di qualcosa. Quindi il nostro sistema nervoso lo colma con quello che chiamiamo bianco. Ma in realtà quella cosa lì è un pezzo che manca alla realtà e che sfugge al nostro controllo. Il nostro sistema nervoso semplicemente riempie per tranquillizzarci che tutto sta andando bene e tutto è come dovrebbe essere. 

Il bianco non esiste. È una di quelle invenzioni creative che avvengono nel passaggio tra la retina e il cervello di cui nessuno ancora sa nulla di esatto.

Però io ci penso ogni volta. Ci penso quando vedo un oggetto “bianco vero”, o quando cammino su un pavimento “bianco vero” che quella cosa è un vuoto di realtà. 

ps. Questa cosa non ha nessun fondamento scientifico. Me la sono inventata di sana pianta. Lo dico così che non si sa mai.

Alberto Favretto:

La nazione delle piante riconosce e favorisce il mutuo appoggio fra le comunità naturali di esseri viventi come strumento di convivenza e di progresso (S. Mancuso, “La nazione delle piante”) 

Ieri non ho tractato. Stamattina mi sveglio col telefono in mano e le luci accese. Mi sono sentito Davide in Guten nacht. Stessa espressione, credo, sguardo circospetto e smarrito. Non capivo bene se fosse tardi o presto. Invece ero maledettamente giusto. In tempissimo. 

Ma qualcosa non andava. 

Arrivo in teatro dopo una colazione al bar ma senza aver letto un quotidiano, ingrediente essenziale per le mie colazioni preferite. Passo la mattina a preparare buste di polveri bianche e a fare mente locale su cosa devo fare. 

Ma qualcosa non quadra. 

Iniziamo a provare: passaggi nuovi, tentativi, applicazioni di intuizioni, prove ed errori.  Le mattine passate in questi giorni in teatro mi appaiono compatte ma impalpabili come la fecola. Mi tolgo la giacca ed è già tempo di pranzare. Ma come? Ma… Bon. Pausa. Carmine mi fa notare che oggi il tempo è bello e assolato come all’inizio della residenza, quando ancora sembrava estate. Era esattamente martedì scorso. Una settimana fa. Solo? 

Uau, una settimana meravigliosa. Il sole che scalda al punto da farmi spogliare. Che bello… E che fame… Che felicitgdjsk… Sembra. Però qualcosa non fila. Ah! S’è bloccato! Il boccone! La pasta! Un bicchiere d’olio a me!! Va’ remengo. Ea xe rivada. Si, si. L’ansietta. La stronza, fedele come Rintintin. Sitz! Fida compagna appollaiata sulla spalla. Maledetta… Maledetto! Cosa hai combinato? Cosa ti sei dimenticato? Hai cappelato? Ecco! Non hai cappelato? Cappellerai! Ce la fai? Sta ceppa!

Bevo il caffè in compagnia degli altri ma continuo a immaginare uno che tenta di correre in discesa su un ghiaione. Un film muto. Abbasso lo sguardo e noto il mio pollice, amico opponibile, che di sua spontanea volontà fa una ricerca sui pesi specifici di talco… 2,6..2,8 kg a dm3. Amido.. 1,5 grosssomodo grammi per cm cubico..  Alzo lo sguardo e vedo formarsi un groviglio di braccia e capelli, un cappottonedammore fatto di persone che si prendono cura l’una dall’altra e tutti di tutti. Anche il pollice guardava divertito, sollevato. Fortunato. Poi lui ha continuato le sue ricerche.

Io sono tornato a teatro: ansietta aveva indossato un ridicolo tutone in pile e su un angolo s’è appisolata. Io mi sono messo lì, dietro i miei bottoni e pulsanti a fare le mie cappelle, prove ed errori. Stasera avevo gran fame.

Stasera ho mangiato di gusto.

Animo starring Lucio Fontana
Oltre il giardino starring Robert Capa
Flash accidentali e ispezioni nasali starring Patrick Swayze in “Ghost”
L’attesa starring “Princes et Princesses” (2000) Michel Ocelot
Sbarchi su/sotto mondi diversi starring il primo uomo sulla luna visto alla TV.
Acque sporche starring uno sgombro
THIS: IS THE END starring Via @bizzarredoctor Instagram
Pelle starring “La grande Qdalisca” di Ingres
Ultracorpo starring IlDeltaDelPo by bicievacanze.it