I. / ZERO KELVIN / L’IMMOBILITÀ

Teodora Grano:

GUTE NACHT

➡️Da farsi subito prima di andare a dormire .   ⬅️

💧MATERIALI:

  • Un bicchiere di vetro trasparente riempito al 70% d’acqua
  • Un granello di sale
  • DISPOSITIVO con pronta questa traccia: https://open.spotify.com/track/4afJ51OAFrySy77ynrdCA8?si=xjHn-WivSI2WHg24j99Z3w

🌍PREPARAZIONE

Nella tua stanza, meglio se vicino una finestra.
Prepara i materiali.
Posali a terra vicino la finestra.

⭐️AZIONE

Spegni la luce.
Apri la finestra.
Stenditi per terra con la testa rivolta verso la finestra.
Play.
Fai partire la canzone a volume non troppo alto in modo da sentire la pioggia, non coprire quel suono.
Nella mano sinistra tieni il bicchiere d’acqua.
Nella mano destra con pollice e indice tieni il granello di sale.
Orientati verso la stella polare.
Trapassa il soffitto, converti le radiazioni della stella, impressiona le molecole d’acqua, crea un campo elettromagnetico.
Si tratta di diventare polari.
Quando la traccia finirà, sollevati a sedere.
Immergi nell’acqua i polpastrelli con cui hai tenuto il granello di sale e gira l’acqua 3 volte in senso orario.
Ora bevine un piccolo sorso.

 🛏CHIUSURA

Poggia il bicchiere con l’acqua residua sotto il letto all’altezza della testa (se la struttura non lo permette posalo a terra a fianco al letto all’altezza della testa).

‼️IMPORTANTE‼️
Al risveglio, prima di alzarti, bevi un altro piccolo sorso e PORTA il bicchiere con l’acqua residua A TEATRO. Per ricordarlo metti un promemoria sul telefono col nome: POLARE
GUTE NACHT

CAMERA IPERBARICA 24AGO2020

IL PARADOSSO DELL IMMOBILITÀ NEL SISMOGRAFO IDRICO

 💧quando sarai pronto ad entrare prendi il tuo bicchiere con entrambe le mani.
Da questo momento l’acqua sarà il tuo sismografo.
Cammina verso la sala cercando di mantenere l’acqua più quieta possibile. 

MEDITAZIONE

🏞arrivato nella sala scegli una finestra (le finestre sono 5 e noi siamo 6. L’ultimo che arriva condividerà la finestra con qualcuno).
Posizionati a un metro di distanza dal vetro (Il tuo focus è sempre mantenere l’acqua quieta) rivolto verso l’esterno.
Posizione in piedi, piedi uniti.
Tieni entrambe le mani sul bicchiere.
Il bicchiere all’altezza del cuore a una distanza comoda per te.
Lo sguardo rivolto verso la superficie dell’acqua.
La tua meditazione sarà osservare l’acqua, ovvero il paradosso dell’immobilità: cerca di mantenerla immobile. Quando l’acqua si muove tu calmati.

🎼quando sentirai il segnale sonoro lentamente solleva lo sguardo, riaprilo allo spazio voltati verso il centro e gli altri.
Guardando gli altri negli occhi, di comune accordo, bere tutti insieme l’acqua.
Posa il bicchiere a terra davanti a te.

👕Ora solleva la maglietta

L’acqua che adesso si trova dentro di te con la sua memoria muove lentamente le tue viscere.
Inizia questa danza che avviene solo nel tuo addome.
Tieni lo sguardo sull’ombelico degli altri.
Lascia che l’acqua trasmetta le sue impressioni.
Lentamente lascia che la danza si riassorba e si spenga.
Abbassa lentamente la maglietta.

⛩questo gesto chiuderà il rito iniziale, vivilo come tale

🎼L’ultimo segnale sonoro segnerà l’uscita dal rito

INTERRUZIONE

 ‼️➡️➡️➡️ PER I FONDI : includere tra i fondi un pensierino in soggettiva dal punto di vista dell’acqua bevuta stamattina ⬅️⬅️⬅️‼️

Angelo Pedroni

Fondo AP 25/08/2020

Ascoltarsi è l’impresa dell’anno. Si tratta che fai le cose con l’energia del giorno, sempre attuale, sempre presente. Roba che se si riuscisse ad attuare con costanza al 100% 24/7 sarebbe tipo illuminazione di quelle che si leggono nei libri delle storie zen. Il training è fico da questo punto di vista. Ti richiama all’attenzione, al qui e ora assoluto. E comunque la giornata è iniziata che quasi mi scordavo l’acqua a casa. Durante la meditazione ho sollevato il bicchiere in posizione super scomoda, esattamente davanti agli occhi, per vedere perfettamente l’orizzonte tra gli elementi. Era completamente immobile. Il pensiero, quello, boh, era assente a momenti, una cosa buona credo. Poi ho pensato che mi dovevo girare ed è stato il maremoto, onde da tutte le parti. Ma tanto è che berla quell’acqua in piena rivoluzione evolutiva dopo 2 giorni stazionari è stato effettivamente bello. Poi non so se mi sono bevuto un equilibrio o semplicemente qualcosa di vivo. Il resto della giornata sono state un corollario di belle visioni. Mi piace pensare che magari erano quegli esserini appena nati che hanno cominciato a navigarmi dentro, che si erano infilati dietro gli occhi e osservavano il mondo per la prima volta attraverso l’orizzonte umido del cristallino.

Dall’altra parte.

Sono in una piccola prigione di vetro, di qua non si va da nessuna parte. Passo il tempo al buio. Luce!! Di nuovo buio. Poi mi pigliano e faccio un breve viaggio per le strade della città. Di nuovo buio. Equilibrio. A me frega niente, ma sono veramente immobile, strafig*. Taglio l’aria mentre brulica una vita microscopica e misteriosa. Poi un gran casino. Mi sa che mi han bevuto, mi scindo e vago dentro un corpo. Se esiste un’anima che corrisponde a qualcosa di unico mi concedo nell’illusione dell’equilibrio, qui dentro, al buio.

Francesca Pennini:

DAY 1 / SESSION 2 / AGO2020

“Anche se come noi è quasi soltanto acqua.”

Svuotare i polmoni e lasciarsi precipitare sul fondo.
Immersi, inzuppati.
Sismografo che non ha riposato mai.
Metro della nostra inquietudine o dell’attività del mondo?
Le due cose non sono scindibili.
È un invito ad una danza con i bicchieri pieni sul corpo. Brindisi della carne tremula. Funamboli. Funambolare.
Ambulare, oltre ogni radice, con la superficie immobile.
Venire a galla. La galla è un parassita delle piante che crea delle bolle sulla superficie. 
Coincidenze perfettissime.

_H2O. Non una qualsiasi.

Sono l’acqua che stamani è entrata dentro Francesca.
Avrei voluto versarmi dentro di lei senza soglie. Nessuna deglutizione, senza valvole, epiglottidi e burocrazie. 
Scendere nella sua gola, nel suo corpo immobile.
Un corpo senza frontiere, confini, cancelli e sfinteri.
Dove sono ora? 
Sono ubiquità. Sacra. Acqua santa, come tutta l’acqua.
Sono sciolta nell’atmosfera, sublimata e forma gassosa che si fa spirito.
Si fa figlio nelle fogne in cui è restituita. Sono in viaggio verso il mare. Domani sarò oceano.
Sono intrappolata in quel reggiseno nero, cristallo di un minuscolo arabesco minerale. 
Essere sudore è il mio viaggio preferito. 
Traspirare. Oltre l’ultimo respiro. Tra i respiri.
Sono sangue, ancora pulsante, che torna ai polpastrelli che digitano ora con un bit di 50 battiti al minuto. 50 battute. Dattilografia cardiaca.
Sono ancora un po’ in quel bicchiere, nel camerino dove ora è buio e fermo.
Mi piace essere cullata dai corpi. Infeltrire quei deserti di carbonio che si chiamerebbero mummie.
Adesso chiamatemi nuvola.
Domani mi chiameranno tempesta.

((((Cosa vorrei ricordare e non ricorderò:

– usare bicchieri come tacchi
– tenere bicchieri colmi in testa
– pensare al livello dell’acqua nelle asana
– portare il gaga nello yoga e lo yoga nel gaga
– lavorare sulla transizione da yoga a gaga e viceversa (non tanto della forma ma dell’approccio, di come il corpo viene chiamato al movimento, al tipo di attenzione)
– il giardino mobile delle lampade
– il toc toc dei tacchi che diventa luce (luce iride, luce epiglottide/vagina)
– il mandala di cavo che si racconta piano
– la polpetta di corpi illeggibile
– i fantasmini tunz tunz))))

Teodora Grano

Stamattina dopo il caffè ho letto a voce alta il capitolo 27 di Cronosisma. Kilgore Trout (uno scrittore di fantascienza che però è un barbone anche) racconta di un racconto che aveva scritto su uno scienziato pazzo di nome Fleon Sunoco. Il dottor Sunoco era convinto che le persone molto intelligenti avessero una piccola radioricevente nella testa e che da lì gli venissero le idee geniali: Einstein, Newton, Darwin. Alla fine facendo delle autopsie su persone intelligentissime e su persone idiote scopre che in effetti le persone intelligenti hanno un brandello di tessuto in più nel cervello. Un’escrescenza. Il racconto si intitola La poltiglia. Comunque Kilgore Trout questo racconto lo ha scritto due volte. La prima nel 1991 e la seconda nel 1991 quando il cronosisma ricacciò tutti indietro di 10 anni. Comunque, Kilgore Trout, che non era affatto toccato dal fatto di dover rivivere da capo la replica ha scritto in un altro libro (I miei dieci anni a pilota automatico), non occorreva un cronosisma per insegnarmi che essere vivo è una gran merdata. Me l’avevano già insegnato l’infanzia, i crocifissi e i testi di storia.

Quando ho chiuso il libro l’ho poggiato sul tavolo e ho fatto una serie di pensieri tristi.

Oggi a pranzo ho pensato a una cosa che non c’entrava niente: hai presente quella sensazione incredibile quando dopo che ti è successo qualcosa d’importante vai dritto a raccontarlo a qualcuno – qualcuno di rilevante non uno a caso, qualcuno che capisca la rilevanza della cosa o sia in grado di condividere con te il racconto di quella cosa – dicevo, vai a raccontarlo a qualcuno e mentre racconti le cose ogni dettaglio è a fuoco, ogni dettaglio rilevante e sai che quella cosa te la ricorderai per sempre esattamente come l’hai raccontata quella volta e non come è stata. Ecco, pensavo a questo. Ho pensato “cazzo che bella quella sensazione “. 

In effetti c’è una neurologa che parla dell’ippocampo e della formazione della memoria e pare funzioni esattamente così. 

Oggi mi sa che tutti i miei fondi sono rimasti incastrati nei momenti fuori palco, fuori scena. Mi sa che le due cose non devono mai smettere di parlarsi. 

Breve soggettiva dell’acqua :

Water says: “what the hell are she staring at eh?? What do you want? Uh? You talking to me? Uh? You talking to me? I’m gonna kill you! I’m fuckin gonna kill you! I’m full of bacterias I’m gonna smash you from inside!!!“

Simone Arganini:

Resuscitare. Il caffè. Click! Just in time. Cazzo. Cazzola. Back to the scene. Pesto dilazionato. La Lega. Dov’è il mio camerino. Fade in di low pass, once again. Palle pendule. Cannetta di ossigeno. Bye bye Fra.

Vasco Brondi:

Portare un bicchiere per la strada ha a che fare con la modificazione della realtà come in un sogno oppure semplicemente estende i corridoi della nostra casa anche fuori dalla porta come se la rotonda Foschini fosse una stanza segreta mai trovata prima e i passanti dei parenti distratti, i migliori. 

L’acqua si muoveva con le mie pulsazioni rendeva visibile certi moti interiori, la fretta di arrivare in sala ha causato un piccolo maremoto. 

Durante la pratica guidata il sollievo di andare aldilà di quello che voglio o non voglio. Muoversi con gli occhi chiusi tutti dentro lo stesso bicchiere. Una danza del ventre respingente. Yoga e gaga come un sogno ricorrente che avevo da piccolo di alcune persone che entravano a cavallo dentro il mare. Forse non era un sogno ma li ho visti davvero. L’acqua che prende una forma dentro di me e dentro le pance degli altri in quel territorio sconosciuto.

Carmine Parise:

L’amore di chi prepara un capolavoro per te è la cosa davvero meravigliosa. 

La felicità di tornare a condividere la vita su un limbo bianco che assomiglia davvero tanto al mondo che vorrei.